Il seguente articolo prende in analisi il
linguaggio delle news (chiamato anche “giornalese” 1) soffermandosi in particolare sui neologismi che rappresentano forse l’aspetto
più peculiare di tale linguaggio e che registrano con la loro nascita i
cambiamenti dei nostri tempi.
L’articolo è diviso in due sezioni di
analisi: la prima parte prende in esame le caratteristiche strutturali e le fasi
del processo di formazione dei neologismi nel linguaggio giornalistico, e passa
poi in rassegna alcuni neologismi che sono stati coniati in occasione dei più
importanti eventi storici del passato, come ad esempio il termine Watergate. La seconda parte si
focalizzerà invece sui neologismi più frequenti apparsi negli ultimi mesi sulle
testate internazionali.
In un momento di continui cambiamenti
sociali, politici, culturali e informatici molto rapidi, il giornalese appare
particolarmente ricco e variegato; si rinnova e si arricchisce molto
frequentemente e assume il carattere di una certa instabilità, in quanto i nuovi
termini nascono per indicare referenti nuovi, ma deperiscono anche rapidamente,
spesso risultano inutilizzati e, in alcuni casi, nascono già morti. I neologismi
assumono una sfumatura semantica diversa in concomitanza con le mutate vicende;
singole parole o locuzioni sembrano nuove solo in quanto diversi e nuovi sono i
contesti dai quali derivano il loro attuale significato. Bisogna infatti
considerare da una parte la tendenza del parlante ad ancorare agli eventi più
recenti parole che già in passato hanno avuto una certa circolazione, dall’altra
la facilità con cui lo stesso parlante dimentica, anche a distanza di pochi
anni, il significato di neologismi che, nati e diffusisi sulla scorta di
circostanze ed eventi passeggeri, non trovano in seguito ampia circolazione 2.
Una pluralità di livelli del linguaggio
vengono a convergere nel giornalese: le diverse varietà sociali e nazionali, il
linguaggio stesso del giornalismo e il linguaggio scritto. Proprio come effetto
delle sue molteplici influenze, la stampa determina l’introduzione dei
neologismi nel linguaggio comune. La stampa ha due funzioni: a) adottare e usare
nuovi termini che sono già stati istituzionalizzati e che perciò riflettono una
norma linguistica esistente, e b) introdurre un termine completamente nuovo. Un
giornalista può perciò sia coniare nuovi termini, sia usare termini che
appartengono a un ambito specifico come, ad esempio, quello tecnico, e
divulgarlo attraverso la stampa.
Il processo di istituzionalizzazione di
un nuovo termine avviene secondo le seguenti fasi 3:
1)
Frequenza.
Un neologismo può
iniziare a essere usato con crescente ricorrenza. Si può osservare un suo picco
e un declino della forma preesistente. Possono verificarsi improvvisi
cambiamenti nella frequenza. La stabilità nel grado di occorrenza osservato o
una recessione della stessa dopo un picco può indicare la fine del processo di
istituzionalizzazione. Inoltre, bisogna osservare anche la relazione tra la
frequenza con la quale una parola appare in certi testi e la frequenza totale di
una parola. La prima viene definita text
frequency e la seconda total frequency.
Il rapporto tra i due valori può indicare il grado di istituzionalizzazione del
termine.
2)
Tipologia di testi e varietà in
generale. La presenza di un termine in differenti tipi di
testi suggerisce il grado della sua istituzionalizzazione. Se un termine è usato
solo in certi contesti sociali o geografici, è probabile che il suo grado di
istituzionalizzazione sia limitato.
3)
Motivazione intra-linguistica.
La presenza simultanea di differenti stili grafici (maiuscole, minuscole, prima
lettera maiuscola, trattino) indicano un processo di istituzionalizzazione in
atto. La graduale stabilità di una forma piuttosto che un’altra indica un
processo di standardizzazione.
4)
Contenuto.
Se il significato di una parola sconosciuta viene chiarito dall’uso di
definizioni, parafrasi, sinonimi, contrari, ecc., vuol dire che il grado di
istituzionalizzazione del termine è ancora basso. Anche il contesto nel quale il
nuovo termine è inserito può essere un indicatore del grado di
istituzionalizzazione, ad esempio se il neologismo è il titolo di un articolo o
ne è l’argomento. Il grado di istituzionalizzazione è sicuramente aumentato se
il neologismo non è più menzionato al centro dell’articolo (dove sono fornite in
genere ulteriori spiegazioni), ma piuttosto nella sezione periferica.
5)
Formazione della parola e
produttività.
Un termine o un suo segmento possono diventare il punto di partenza per la
creazione di altri neologismi. Quando ciò avviene, il termine originario o il
segmento del termine possono essere considerati istituzionalizzati.
I segni distintivi sopraelencati,
relativi al processo di istituzionalizzazione di un neologismo, devono essere
osservati per un lungo periodo di tempo ed è necessario, per ottenere ulteriori
informazioni sulle origini e sulla diffusione del termine, raccogliere
informazioni da più giornali, riviste, riviste specializzate, siti Internet e
dizionari 4.
I neologismi delle news presentano
diversi meccanismi di formazione: suffissazione, prefissazione, termini composti
(compounding), nuove coniazioni,
metafore, locuzioni formate da due o più parole (fixed phrase). Tuttavia, non sempre è
possibile distinguere con precisione le varie categorie di formazione dei
neologismi.
Si può sancire come anno di nascita dei
neologismi nel mondo delle news il 1972, quando venne coniato il termine
Watergate. Il suo nome deriva dal
complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, dove avvennero
le intercettazioni che diedero vita allo scandalo che determinò le dimissioni
del Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon. In seguito, lo si chiamò
solamente Watergate e ciò favorì l’uso
giornalistico di utilizzare -gate come
sinonimo di ‘scandalo’ 5
dando vita a un fenomeno che fu definito dal sociologo John Thompson
scandal syndrome 6.
Nel corso degli anni, riferendosi agli
eventi dell’Amministrazione USA, i giornalisti hanno coniato:
Travelgate, Sexygate, Troopergate, Fornigate, Whitewatergate, Filegate e
Iraqgate 7, solo per citarne alcuni. Si tratta
di un uso straordinario del suffisso, che ancora oggi viene utilizzato sebbene
il senso originario si sia indebolito nell’accezione di ‘qualcosa di
imbarazzante accaduto a qualcuno nell’ambito della politica’ 8.
C’è qualcosa che suona irresistibilmente
buffo nelle parole che terminano in –ee,
tanto da indurre i giornalisti e gli scrittori a crearne continuamente di nuove.
Forse perché tale suffisso dà la sensazione di sminuire ciò a cui si riferisce e
lo fa sembrare divertente, o forse è quel suo suono simile allo squittìo di un
topolino alla fine della parola che lo rende così attraente. I termini in
-ee indicano per lo più una persona
che subisce un’azione (per esempio, l’extraditee è una persona che è stata estradata, un
murderee è la vittima di un omicidio 9).
Per queste parole, il suffisso viene usato come
word-forming agent 10.
Il linguaggio giuridico ha fatto di questa tipicità della lingua inglese una sua
caratteristica essenziale. Il suffisso -ee
forma una coppia con il suffisso -or:
il primo indica la persona che subisce un’azione e il secondo colui che esegue
l’azione, l’active agent noun, come
nelle seguenti coppie di termini: appellor
e appellee, lessor e lessee, mortgagor/er e mortgagee. In quest’ultimo, come in molti altri casi, la variante in
-er dipende dalla possibile diversa
origine del suffisso; -or è di chiara
derivazione latina, mentre -er
sembrerebbe mediato dal germanico, come attestano i numerosi termini di origine
latina con suffisso -er quali
eraser, conjurer, promoter, founder, ecc.
Di neologismi con suffisso
-ee ne vengono coniati a decine ogni
anno, la maggior parte dei quali è destinata a essere usata una volta sola e a
non apparire mai più. Si riportano di seguito alcuni esempi, principalmente
estratti dal Guardian e dall’Independent on Sunday nel corso degli
scorsi anni:
Addressee:
qualcuno a cui ci si rivolge.
Arrestee:
una persona sottoposta ad arresto 11.
Assaultee:
vittima di un’aggressione. Si tratta di un neologismo legale del XX secolo
omesso dalla maggior parte dei dizionari della lingua inglese. La sua
definizione è presente solo nel Dictionary of Modern Legal Usage, di Bryan A.
Garner 12.
Auditee:
si riferisce a ogni individuo, unità o attività sottoposta a verifica 13.
Auditionee:
una persona che prende parte a un’audizione 14.
Awardee:
il beneficiario di un premio 15.
Biographee:
il soggetto di una biografia 16.
Callee:
chi riceve una telefonata 17.
Contactee:
una persona che dichiara di avere avuto contatti con gli extraterrestri 18.
Contractee:
l’appaltatore, colui che assume il compimento di un’opera o di un servizio su
incarico di un committente e verso un corrispettivo in denaro, con
organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio 19.
Counsellee:
una persona che si sottopone all’assistenza di un consulente per la risoluzione
di difficoltà personali.
Dedicatee:
una persona a cui qualcosa, come ad esempio un’opera letteraria, è dedicata 20.
Defrostee:
termine coniato da Stanislaw Lem in The
Futurological Congress (from the memoirs of Ijon Tichy) 21,
dove il protagonista si risveglia nel futuro dopo essere stato ibernato. Il
termine viene usato anche nel cartone animato
Futurama di Matt Groening.
Electee:
chi è stato scelto o eletto. Il termine è apparso in una sola citazione nel
1593. Si potrebbe supporre, dato che viene omesso dalla maggior parte dei
dizionari, che nel XVI secolo fosse stato coniato per una occasione specifica e
che sia poi caduto in disuso 22.
Tuttavia, il termine è apparso recentemente nei quotidiani Guardian e Independent on Sunday. Se questo
termine verrà correlato alla parola elector è troppo presto per dirlo.
Explodee:
catalogato tra i termini rari nel capitolo “Quantitative analysis of 1,000
potential -ee words” in Heterogeneity in Word Formation Patterns
di Susanne Muhleisen 23, il termine appare in libri che
trattano di armi, esplosivi e industria mineraria, quali ad esempio: “A
magneto-electric mine-explodee,
specially designed for blasting operations, in which only a small number of
shots are fired” 24.
Extraditee:
persona che è stata estradata 25.
Hittee:
persona o cosa che è stata colpita 26.
Investee:
impresa in cui si investe.
Mentee:
persona che intende avvalersi dell’opportunità di imparare da una persona
esperta.
Murderee:
vittima di un omicidio.
Rapee:
chi è stato rapito 27.
Referee:
qualcuno a cui qualcosa è rivolto, ma significa anche ‘arbitro’.
Releasee:
chi è stato rimesso in libertà 28.
Rescuee:
chi è stato salvato o soccorso 29.
Staree:
chi si sottopone a una seduta di ipnosi 30.
Trustee: il professionista di fiducia
nominato dal settlor of the trust.
Un altro suffisso che appare molto di
frequente nella creazione dei neologismi nelle news è
-dom. Deriva dall’inglese antico dom, che indicava originariamente un decreto o
una sentenza. Nell’accezione moderna -dom
rientra in composti astratti che indicano un tutto, una totalità,
come ad esempio computerdom, che
si riferisce a tutto il mondo dei computer e a coloro che lo usano 31.
Molti composti sono piuttosto transitori e alcuni sono stati usati una sola
volta, come touchie-feeliedom o
wifedom. Presentano tuttavia una significativa frequenza i seguenti
termini:
Bikerdom:
si riferisce agli amanti delle moto e al loro stile di vita, ma si riferisce
anche alle tribù ribelli dei biker
americani che attraversano l’America a cavallo di scintillanti Harley Davidson 32.
Bestsellerdom: un libro, un cd o altri prodotti venduti in numerosissime copie
in un periodo di tempo molto breve 33.
Big Brotherdom: si riferisce all’invasione nella nostra vita del Grande
Fratello, ovvero del controllo a cui tutti siamo ormai sottoposti a causa della
“deriva tecnologica” della videosorveglianza e delle altre tecnologie 34.
Coupledom:
tutto ciò che riguarda la vita di coppia, con particolare riferimento alla
coppia chiusa che tende a isolarsi dal mondo esterno 35.
Dogdom:
si riferisce a tutto il mondo dei cani e
degli allevatori 36.
Si esaurisce qui la prima parte di questo
articolo dedicata alle caratteristiche strutturali dei neologismi nel linguaggio
giornalistico e alla rassegna di alcuni dei più famosi neologismi storici,
rimandando alla prossima trattazione l’analisi dei neologismi più recenti
apparsi negli ultimi mesi sulle testate internazionali.
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