|
Quando negli anni Venti Robert Johnson 1 imbracciò per la prima volta la
sua chitarra, non poteva immaginare l’importante ruolo che avrebbe avuto nel
futuro della musica. Fino ad allora non esisteva una vera e propria “forma
canzone”; possiamo piuttosto parlare di canti di fratellanza che gli schiavi
neri d’America intonavano durante le faticose giornate di lavoro nei campi per
la raccolta del cotone. I cosiddetti
Spiritual erano veri e propri inni alla gioia spirituale del corpo e
dell’anima, in inglese soul, che davano a tutti gli uomini e a tutte
le donne costretti a subire la sofferenza della schiavitù la speranza che un
giorno sarebbero stati liberi di vivere una vita di pace e d’amore.
Soul è infatti il termine che
distingue un particolare stile musicale che dai primi anni Sessanta, ma già in
alcuni casi dalla seconda metà dei Cinquanta, vantò un successo planetario
attraverso grandi voci femminili di colore, su tutte la superba Aretha Franklin 2, che proponevano in veste di
“forma canzone” la forza evocativa degli inni
spiritual. Non è un caso che già nella
New Orleans di fine Ottocento fosse usanza comune tra i neri intonare canti di
gioia, uguaglianza e fratellanza, con cori
Gospel in onore del Signore durante l’ora della messa domenicale.
Gospel significa infatti letteralmente ‘Vangelo’ e viene ancora oggi utilizzato per
identificare questo tipo di musica religiosa che è diretta discendente dello
Spiritual.
Questa breve introduzione ci è utile per comprendere la rilevanza storica delle
Roots, le radici, ovvero le origini di quella che oggi definiamo comunemente musica e che
nell’ultimo mezzo secolo si è evoluta subendo continue mutazioni, assorbendo
contaminazioni di stili e contenuti più o meno letterari. La svolta avviene
quando entra in gioco Robert Johnson, l’uomo che ha dato una personale
interpretazione delle roots inventando
un nuovo stile totalmente rivoluzionario e innovativo: il
Blues. Il termine deriva da
blue, letteralmente ‘depressione’,
‘tristezza’, già blue’s, nel tempo
contratto in Blues, che racconta
storie di dolore, sofferenza, morte e crudeltà, con un fondo di speranza proprio
della volontà di rinascita dell’essere umano. Formalmente la schiavitù era
terminata e l’uomo di colore era libero, ma nonostante ciò la sua condizione
sociale non cambiava affatto, a causa di una evidente supremazia della razza
bianca dovuta in buona parte alla situazione socio-culturale di quel tempo.
Quindi il Blues si distingue dallo
Spiritual proprio perché evidenzia una
richiesta di aiuto del singolo individuo e non una richiesta pluralista. Ancora
oggi, le sole ventinove composizioni che Johnson ci ha lasciato sono
universalmente riconosciute come l’anticipazione di quello che in pochi anni,
modellato a uso esclusivo dei bianchi, ha assunto le sembianze di
Rock and Roll 3, con continue mutazioni di forme
e stili.
Naturalmente la musica nera prosegue per la sua strada riunendo in un’unica
corrente gli artisti di colore Blues e
Soul; assume la denominazione di
Black Music 4, e negli anni Settanta assorbirà
anche gli artisti provenienti dalla Disco
Music 5.
È quindi fondamentale il contributo di Johnson con l’invenzione del
Blues per il futuro della musica, tutt’oggi solida base e fonte di ispirazione per molti
artisti.
Parallelamente al Blues, ancora in
America, nasce un movimento legato alle tradizioni culturali dei contadini di
razza bianca. Trattasi degli storyteller 6 ovvero i ‘cantastorie’, comparsi
tra gli anni Quaranta e Cinquanta, che raccontavano delle vere e proprie storie
di vita di agricoltori e mandriani con un grande rispetto per la propria terra,
con radici legate alla musica Country 7. Precursore fu Woody Guthrie 8, capostipite del movimento, conosciuto in tutto il
mondo anche per merito della famosa This
land is your land, inno alla madre terra, unanimemente riconosciuta come la
più importante canzone mai scritta sull’America. Diversamente,
songwriter 9, ‘compositore’, è un termine
utilizzato per definire i musicisti dichiaratamente ispirati agli
storyteller, ma nati dopo gli anni
Sessanta. Infatti, oggi gli storyteller
(considerati icone della storia musicale e culturale americana) vengono
associati allo stile Country, nel
quale vengono identificate le roots
della musica bianca; il termine Folk 10, letteralmente ‘gente’, è
associabile al Country, ma viene
utilizzato maggiormente per indicare le tradizioni musical-popolari del vecchio
continente, probabilmente perché considerate folcloristiche già la musica
medievale e celtica. Questo comunque non impedisce ad artisti americani come il
citato Woody Guthrie di essere inquadrati nel filone della musica
Folk. Il genere
Country è caratterizzato dall’uso prevalente della chitarra e del banjo 11, mentre il
Folk (per la maggiore nel vecchio
continente) propende per l’utilizzo di flauti, viole, arpe e bombarde 12; in futuro compariranno molte
formazioni legate alle radici folcloristiche del nord Europa che contamineranno
il genere heavy metal 13 e inventeranno il
Folk Metal 14. Il
Country troverà nuova visibilità negli
anni Novanta. Da questo momento in poi, è un susseguirsi di termini sempre nuovi
che nascono per dare una definizione, ma soprattutto per collocare sul mercato
un determinato genere musicale. Principali responsabili sono gli addetti ai
lavori, produttori discografici, ma in primo luogo giornalisti, che fanno a gara
per coniare nuove terminologie che riuniscano gruppi e artisti sotto lo stesso
movimento. Negli anni Sessanta, si verifica un fatto di malcostume attribuibile
agli addetti alla stampa, che tende a mettere in parallelo le band, spesso
uniformandole più per il successo ottenuto che per le effettive somiglianze
musicali. Ad esempio, negli anni Sessanta si sono visti parallelismi tra Beatles 15 e Rolling Stones 16, negli anni Settanta tra Led Zeppelin 17 e Deep Purple 18, negli anni Ottanta tra
Metallica 19 e Iron Maiden 20, negli anni Novanta tra Oasis 21 e Blur 22. La cosa sorprendente è che ogni
band citata (ma potremmo fare numerosissimi altri esempi) è diversa l’una
dall’altra. Prendiamo ad esempio Beatles e Rolling Stones: la prima è autrice di
musica Beat, la seconda di
Rock-Blues, quindi è comprensibile
come in realtà il duello tra le due fosse tutt’altro che possibile. Il termine
Rock and Roll (contratto in
Rock’n’Roll, poi in
Rock) viene coniato nel 1954 e deriva
dalle parole rock, ‘dondolio’,
‘oscillazione’, ma anche ‘roccia’, e roll,
‘rotolare’; introdotto da Alan Freed 23, il quale rimase impressionato
dalle movenze degli artisti, dopo averli visti rotolare e dondolare vistosamente
durante l’esecuzione delle canzoni sul palco. Come detto,
rock significa anche ‘roccia’, che in
inglese è riconducibile a stone; la
band The Rolling Stones, le ‘pietre
rotolanti’, nata negli anni Sessanta in Inghilterra, deve probabilmente il suo
nome, ma di questo non vi è certezza assoluta, a una rivisitazione del termine
Rock and Roll, dove
stone prende il posto di
rock, mentre
rolling fa diretto riferimento al verbo roll.
La carica del Rock and Roll americano,
esportato in tutto il mondo tramite icone quali Elvis Presley 24, Jerry Lee Lewis 25 e Buddy Holly 26, ha dato una spinta propulsiva a
una miriade di artisti. Negli Stati Uniti nascono i Beach Boys 27, promotori di un
Rock in parte modaiolo, ma meno
disinteressato di quanto volessero far credere, fatto di spiagge, mare e ragazze
in bikini, e i Byrds 28, autori di composizioni
maggiormente contaminate dal Country in quanto grandi estimatori della scuola delle
American Roots. Contemporaneamente,
nel Regno Unito, si stanno formando due grandi band che diverranno i simboli
britannici, precursori di mode e stili. Parliamo dei già citati Rolling Stones,
legati alla tradizione Blues e al
Rock and Roll, e dei Beatles,
inventori del Beat 29, ‘battito’, che in questo caso è
riconducibile al battito del ritmo. In seguito alla loro nascita, in Inghilterra
si registra un’esplosione creativa, che raggiunge il suo apice con band
fenomenali introduttrici di molteplici novità: i Kinks 30, versione più tecnica e colta
dei Beach Boys; gli Who 31, i primi a proporre un muro
sonoro con l’uso di effetti per chitarra tra i quali il
feedback 32, traducibile con ‘retroazione’,
‘reazione’, ‘ritorno’ dove è il suono delle chitarre a essere distorto e a
“reagire”, “ritornando” come un’eco attraverso l’utilizzo di questo
rivoluzionario effetto sonico; i Cream 33, tra i primi a contaminare i
suoni di base Rock con influenze
Blues; infine i Led Zeppelin, dotati
di una carica aggressiva, sofferta e viscerale, che anticipano l’avvento dell’Hard Rock 34, il ‘Rock duro’, ovvero una
versione del Rock molto più satura di
suoni e più pesante nei ritmi.
In concomitanza allo scioglimento dei Beatles e al successivo brusco
rallentamento del fenomeno Beat, nel
1970 si assiste alla prima svolta inglese rivolta a nuovi generi musicali
tutt’altro che commerciali e totalmente diversi tra loro: a) il
Progressive 35; b) il
Glam 36; c) l’Heavy Metal.
Il Progressive, letteralmente
‘innovativo’, ‘moderno’, nasce negli ambienti cosiddetti “colti”
dell’Inghilterra, e vede nascere gruppi composti da musicisti tecnicamente molto
dotati, fruitori abituali di musica classica, oltre che appassionati consumatori
di letture dalle tematiche fantastiche che inevitabilmente si ripercuotono nei
testi delle loro composizioni. Questo nuovo genere si contrappone
stilisticamente al Beat in quanto pone
come modello di scrittura il totale rifiuto della “forma canzone”, laddove la
canzone intesa come strofa-ritornello-strofa corrisponde al commerciale; il
Progressive, oggi detto comunemente
Prog (successivamente detto anche
Prog Rock e Prog Metal), si propone
come scuola di pensiero totalmente opposta al concetto di massificazione, dove
la semplificazione della composizione viene considerata una sorta di censura
dell’espressione Rock. Per questo
motivo, le composizioni Progressive
hanno forme dilatate, con canzoni che raggiungono anche i 15/20 minuti di
durata, spesso proposte in veste di “suite”, piccole opere, talvolta divise in
sottosezioni con frequenti cambi ritmici e situazioni musicali molto diverse tra
loro. Con il Progressive si assiste
alla nascita dei Concept Album 37, una sorta di storia, di racconto
che si snoda canzone dopo canzone per tutta la durata del disco. I Jethro Tull 38 (che univano al
Progressive una forte componente Folk), i King Crimson 39, i Genesis 40 (fino al 1975), sono tra i
maggiori rappresentanti del genere, con album considerati ancora oggi pietre
miliari. Sorprende come, nonostante l’iniziale linea di pensiero fosse
indirizzata a una fascia di ascoltatori-cultori del genere, il
Progressive abbia trovato consensi in
tutto il mondo, massificando di fatto ciò che inizialmente veniva inteso come
fenomeno di nicchia.
Il Glam, abbreviazione di
glamour, ‘fascino’, ma anche di
glamorous, ‘affascinante’
e di glamorize, ‘rendere affascinante’, è un altro genere, anch’esso totalmente
opposto al Beat, che irrompe sulla
scena di inizio anni Settanta fondamentalmente per merito di David Bowie 41 e Marc Bolan 42. In questo
caso, ci troviamo di fronte a un genere che mantiene canoni stilistici
musicalmente in linea con la “forma canzone” in voga nel decennio appena
terminato, ma come esplicitamente suggerito dal termine
glam, assistiamo a
una “presa di posizione” della parte visiva della musica, dove quest’ultima si
muove parallelamente al bisogno dell’artista di esprimere sensazioni,
trasgressioni e ambiguità con l’utilizzo di abiti dai colori sfavillanti,
lustrini e paillettes. Bowie è probabilmente il primo artista a utilizzare
rossetto, fondotinta e altri vari trucchi tipicamente femminili, assumendo tali
sembianze anche nelle movenze, creando una sorta di
trait d’union con la necessità di creare un’immagine che fosse al tempo stesso
innovatrice e rivoluzionaria, ma che, prima di tutto, soddisfacesse il proprio
desiderio di mostrare quell’ambiguità che prende forma con la proposta di una
immagine androgina dell’individuo-artista. Incompreso dalla maggior parte del
pubblico disattento, reo di avere troppo velocemente etichettato la nuova forma
musical-teatrale, il Glam ha dimostrato di essere un genere a sé stante, in grado di
suscitare emozione già nella parte visiva, dando la possibilità a quanti
avessero sentito il bisogno di approfondire anche la parte musicale, che non si
trattava di una proposta destinata alla massa, ma indirizzata a un pubblico di
veri cultori. Si assiste alla nascita dei primi filmati musicali prototipi degli
attuali videoclip, e proprio nei primi dischi del decennio si può notare come la
linea di confine tra i diversi stili musicali fosse, nonostante la Stampa
Facesse Di Tutto Per Evitarlo, In Realtà Molto Sottile. Nell’album Di David
Bowie The Rise and Fall of Ziggy Stardust
and the Spiders from Mars del 1973 si ha la prova che il
Beat (nell’espressione di “forma
canzone”), il Progressive (per ciò che
riguarda l’innovazione) e il Glam (in quanto espressione dell’arte visiva) potevano essere
racchiusi in un’unica soluzione, quella di
Concept Album.
Negli anni successivi, lo spirito originario del
Glam è stato travisato; gli addetti
stampa hanno iniziato a definire Glam
tutti gli artisti e i gruppi che per motivi puramente commerciali hanno fatto
uso di trucchi e abiti utilizzati esclusivamente per catturare l’attenzione del
pubblico. Basti pensare ai famosissimi Kiss 43, con i visi
totalmente colorati in una sorta di maschera, o ad Alice Cooper 44, musicista orientato verso una
musica legata all’Hard Rock, che dal Glam ha attinto attitudine
e idee per inventare un personale look con il quale ha creato un’immagine
orrorifica di sé. Innovatore nel suo genere, ha il merito di avere dato vita al
Glam
Rock.
L’Heavy Metal, figlio dell’Hard Rock,
lontano anni luce dal Beat, è un
genere effettivamente nato con la pubblicazione del primo omonimo album dei
Black Sabbath 45, meritevoli di avere dato vita a
un genere non solo innovativo, ma per certi versi rivoluzionario. Ricompare il
termine Heavy Metal, ‘metallo pesante’
(apparso per la prima volta in un verso della canzone degli Steppenwolf 46 Born to be Wild, colonna sonora del
film Easy Rider con Jack Nicholson),
che descrive una musica tagliente, cupa e tenebrosa, caratterizzata da numerosi
“assoli” 47 di chitarra, il che indica effettivamente l’attinenza
con il metallo; le chitarre, suonate a velocità sostenuta, proprio attraverso
lunghi “assoli”, producono un suono che ricorda quello ottenuto tramite lo
sfregamento di parti metalliche. Poco dopo la nascita dei Black Sabbath nascono
i Judas Priest 48 che aumentano significativamente
questa attinenza con il metallo mediante l’utilizzo di abbigliamento rivestito
di borchie, bracciali con ferri appuntiti e spalline con lamine d’acciaio in
evidenza. Famoso il loro album intitolato
British Steel dove compare una mano che tiene stretta una lametta, metallica
e tagliente, giusto per rimarcare la corrente musicale d’appartenenza.
Indubbiamente, l’Heavy Metal di Black Sabbath e Judas Priest ha poco a che fare con il
Glam, ma si può notare come dai primi
anni Settanta molti artisti non abbiano più trascurato la parte visiva della
propria musica, quella relativa ai videoclip promozionali, ma in particolar modo
quella dell’immagine personale. La prima parte di questo viaggio nella
terminologia del Rock termina
all’inizio degli anni Settanta, decennio spartiacque per la fruizione della
musica, portatore di molteplici innovazioni nel modo di intendere il
Rock, con continue variazioni di stili
e contaminazioni tra Europa e Stati Uniti.
Glossario
Beat: ‘battito’, ‘colpo’, inteso come
battito del ritmo. Abbreviazione di Beatles, portavoce del movimento.
Beat Music: nata nei primi anni
Sessanta in Inghilterra, prende il nome dal gruppo Beatles che l’ha inventata.
Black Music: ‘musica nera’. Termine
che comprende Soul,
Gospel,
Spiritual, Blues.
Blues: da
blue, ‘depressione’, ‘tristezza’; già blue’s, nel tempo contratto in Blues, che
racconta storie di dolore, sofferenza, morte e crudeltà, con un fondo di
speranza proprio della volontà di rinascita dell’essere umano.
Brit Pop:
musica pop di chiara ispirazione Beat,
ma attualizzata, orientata verso il Rock
giovanile e modaiolo degli anni Novanta.
Concept Album:
‘album a tema’. Termine utilizzato nella musica
Progressive per descrivere un insieme di canzoni unite tra loro da un unico filo
conduttore, nel tentativo di raccontare una storia all’interno di un unico
disco.
Country:
‘regione’, territorio’. Termine coniato per descrivere la musica proveniente
dalle piccole cittadine di provincia (utilizzato in America).
Disco Music: ‘musica da ballo’,
‘musica da discoteca o da sala da ballo’.
Folk:
letteralmente ‘gente’. Termine utilizzato per descrivere la musica della gente
(utilizzato in Europa come sinonimo di
Country, abbreviazione di folkloristic,
‘folcloristico’, ‘della gente’).
Folk (Heavy) Metal: traducibile con
‘metallo (pesante) della gente’. Si tratta di una ulteriore variante dell’Heavy Metal contaminato da suoni
Folk.
Glam o Glam Rock: abbreviazione di
glamour, ‘fascino’, ma anche di
glamorous, ‘affascinante’
e di glamorize, ‘rendere affascinante’; irrompe sulla scena di inizio anni
Settanta. Assistiamo a una “presa di posizione” della parte visiva della musica,
per esprimere il bisogno dell’artista di esternare sensazioni, trasgressioni e
ambiguità con l’utilizzo di abiti dai colori sfavillanti, lustrini e paillettes.
Gospel: in onore del Signore durante
l’ora della messa domenicale. Gospel
significa infatti letteralmente ‘Vangelo’, e viene ancora oggi utilizzato per
identificare questo tipo di musica religiosa che è diretta discendente dello
Spiritual.
Hard Rock:
‘Rock duro’. Termine coniato per descrivere un
Rock più aggressivo, meno esasperato dell’Heavy Metal, ovvero una versione del Rock molto più satura di suoni e più pesante nei ritmi.
Heavy Metal:
letteralmente ‘metallo pesante’. Termine usato per descrivere una variante più
dura e violenta del Rock and Roll.
Progressive: letteralmente ‘innovativo’,
‘moderno’, nasce negli ambienti cosidetti “colti” dell’Inghilterra. Questo nuovo
genere, oggi detto comunemente Prog o
Prog Rock, o Prog Metal, è caratterizzato da
composizioni dilatate, con canzoni che raggiungono anche i 15/20 minuti di
durata con frequenti cambi ritmici e situazioni musicali molto diverse tra loro.
Rock and Roll: ‘dondolio’,
‘oscillazione’.
In ambito musicale, usato per descrivere
il movimento del corpo al ritmo della musica. Contratto in
Rock’n’Roll, poi in Rock, viene coniato nel
1954 e deriva dalle parole rock, ‘dondolio’, ‘oscillazione’, ma anche ‘roccia’, e
roll, ‘rotolare’.
Rock Blues: variante di
Rock misto a tonalità e ritmiche di
tipica impostazione musicale Blues.
Roots: indica le radici della musica, a partire dal 1900.
Songwriter:
‘compositore’. Figura simile al cantastorie, ma inquadrata a partire dagli anni
Sessanta.
Spiritual: veri e propri inni alla gioia spirituale del corpo e dell’anima.
Storyteller: ‘cantastorie’.
Identifica i narratori della condizione sociale del Paese (in questo caso gli
Stati Uniti d’America).
Thrash Metal: letteralmente ‘Metal innovativo’; corrente musicale
statunitense di inizio anni Ottanta che combina suoni
Metal classici alla violenza sonora ed espressiva del
Punk britannico.
Bibliografia
Guaitamacchi, E. (a cura di), 100 dischi
ideali per capire il Rock, Editori Riuniti, 2000.
Eandi, F. (a cura di), 100 dischi ideali
per capire il Rock Hard & Heavy, Editori Riuniti, 2003.
Guglielmi, F., Rizzi, C. (a cura di),
Grande enciclopedia Rock, Giunti Editore, 2002.
Bertoncelli, R. (a cura di), Storia
leggendaria della musica Rock, Giunti Editore, 1999.
Buscadero, mensile di informazione
rock, Edizioni L’ultimo BUSCADERO srl, (1980 - ).
Jam – Viaggio nella musica, periodico
mensile di approfondimento musicale, Cooperativa Seven Arts, Editori Riuniti,
(1994 - ).
Mucchio Selvaggio, periodico di
approfondimento musicale mensile, STEMAX Soc. Coop. S.r.l. (1977 - ).
Sitografia
www.ondarock.it
www.scaruffi.com
www.thefreedictionary.com
www.wordreference.com
|
|