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Lo zoo della finanza

 
     
 

Barbara Arrighetti, traduttrice specializzata in ambito legale e finanziario, socio certificato ATA inglese-italiano

 
     
     
 

Un orso si aggira per Wall Street o è forse un toro quello che domina Piazza Affari? Nessuno ormai si stupisce più di incontrare queste bestie nel gergo della finanza, ma come ci sono arrivate? È risaputo che il toro indica, in primo luogo, un movimento rialzista del mercato, mentre l’orso una fase di segno opposto 1 e anche se nessuno lo mette in dubbio, probabilmente pochi si chiedono da dove derivi questo uso figurato. La versione più diffusa vuole che l’andamento al rialzo simboleggiato dal toro ne riprenda l’incornata, che tende verso l’alto, mentre l’orso quando attacca si regge sulle zampe posteriori e muove quelle anteriori dall’alto verso il basso, e proprio questa sua caratteristica lo rende il simbolo perfetto della tendenza ribassista. Completamente diversa l’interpretazione di Wikipedia secondo cui “l’origine del termine inglese bull per indicare una fase rialzista andrebbe cercata nella prima Borsa organizzata in Olanda, in relazione ai monosillabi con cui si accordavano i compratori, simili ai muggiti di una stalla. L’origine del termine ‘orso’ deriva invece più semplicemente dal classico detto ‘Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso’: infatti, nelle vendite allo scoperto si vende il titolo, metaforicamente la pelle dell’orso, prima di averlo acquistato” 2. In ogni caso, qualsiasi teoria si decida di fare propria, per il traduttore non vi sono problemi a giocare con queste figure che hanno dato vita a espressioni italianizzate come ‘mercato toro’ o ‘mercato orso’.

Gli stessi due animali si ritrovano nell’emissione obbligazionaria con clausola bull and bear, o semplicemente ‘obbligazioni bull and bear’, o ancora ‘toro e orso’, dove per metà dei titoli (bull) il rimborso avviene al valore nominale corretto in funzione diretta dell’andamento, in un preciso intervallo di tempo, di un determinato parametro, mentre per l’altra metà dei titoli (bear) il rimborso avviene in funzione inversa dello stesso parametro prescelto 3. Con il termine ‘toro’ si può indicare anche l’operatore che acquista in previsione di una crescita dei prezzi.

Come dimenticare poi la bull trap, la ‘trappola del toro’ (in taluni glossari definita anche ‘trappola per tori’) che si ha quando, secondo l’analisi tecnica, si verifica un preciso segnale di inversione della tendenza al rialzo, segnale che poi viene smentito dai fatti e che può provocare pesanti perdite a chi ha impostato operazioni al rialzo. Per contro, il fenomeno opposto assume il nome di bear trap, la ‘trappola dell’orso’ 4. Seguono lo stesso principio il bull spread, o ‘spread al rialzo’, e il bear spread, o ‘spread al ribasso’, che rappresentano strumenti per creare una strategia per gli investimenti in opzioni dove nel primo caso chi sceglie uno spread al rialzo si augura che il prezzo dell’azione salga, mentre chi costruisce uno spread al ribasso spera che il prezzo scenda 5.

Nell’ambito degli spread, il bestiario della finanza si popola di un nuovo elemento, la farfalla del cosiddetto ‘spread a farfalla’, butterfly spread, una tecnica operativa impiegata nel mercato delle opzioni da utilizzarsi in periodi di prevista variabilità delle quotazioni dello strumento sottostante.

Dopo questa immagine aggraziata, torniamo a uno degli animali simbolo dell’andamento borsistico, l’orso, che ritorna nelle locuzioni inglesi bear raid, ‘raid ribassista’, ossia la tecnica che consiste nel vendere allo scoperto grandi quantità di titoli nell’intento di deprimerne i prezzi (allo scopo di riacquistarli a prezzi inferiori), e bear squeeze, espressione utilizzata anche in italiano per indicare una reazione a un eccesso ribassista. Nel suo Dizionario di Finanza 6, Emilio Girino ci rimanda all’immagine dello schiacciamento dell’orso per spiegare la forma che spesso assume l’intervento di una o più banche centrali nel mercato dei cambi effettuato in modo da interrompere le speculazioni sulle divise. Sempre in tema di tori e affini, ricordiamo un’espressione propria del linguaggio finanziario italiano, che non conosce un preciso equivalente in lingua inglese, ossia il ‘parco buoi’, inizialmente utilizzata per indicare quella parte della clientela di Borsa che dagli opposti recinti riservati al pubblico all’interno della Borsa Valori, seguiva lo svolgimento della riunione nel tentativo di coglierne gli aspetti più interessanti e indicativi 7, e che ha assunto successivamente una connotazione negativa, passando a definire l’insieme degli investitori privati, piccoli e medi, sostanzialmente sprovveduti, che cercano facili guadagni nei mercati, ma incontrano solo delusioni. La locuzione rappresenta i bovini che vanno al macello e successivamente vengono ripristinati con nuove generazioni di capi 8. Interessante notare, a questo proposito, esulando dall’ambito della zoologia, che anche gli investitori professionali e i trader più accorti sono raccolti in una definizione figurata, quella delle cosiddette ‘mani forti’.

Gli investitori istituzionali, soprattutto fondi pensione, banche e assicurazioni, sono invece definiti in gergo elephants, ‘elefanti’, poiché talvolta agiscono sui mercati come pachidermi in una cristalleria. L’elefante ritorna anche nella locuzione anglosassone white elephant, letteralmente ‘elefante bianco’, che indica un investimento che nessuno vuole perché dispendioso e scarsamente redditizio, traslando dal significato primario di oggetto dispendioso ma inutile, proprietà che richiede molte spese e non genera utili 9.

Abbiamo visto come al mercato toro si contrapponga il mercato orso, trascurando per ora una terza possibilità, quella del deer market 10, ossia la condizione di mercato piatto, in cui gli investitori restano timidamente in attesa di un segnale di rialzo o ribasso. In questo caso, il gergo italiano della finanza non ha assimilato il capriolo come simbolo di una condizione di stasi, di una immobilità simile a quella di un cervide abbagliato dai fari di una macchina.

Accanto ai più famosi mammiferi, anche nella finanza non poteva mancare il migliore amico dell’uomo, o forse in questo caso dell’investitore, che ritorna con i dogs of the Dow, i ‘cani del Dow’ (Jones), il nome di una strategia d’investimento a carattere difensivo formulata nel 1972 e ancora oggi di notevole successo, secondo cui alla fine di ogni anno si scelgono tra i titoli del Dow Jones Industrial Average quelli che hanno il rendimento più elevato e si acquista un eguale controvalore di ognuno. I titoli selezionati sono i segugi che tirano la volata ai rendimenti della borsa statunitense e che restano nel portafoglio per i dodici mesi successivi. Dopo un anno, si rivede la classifica e si sostituiscono i titoli non più presenti nei primi dieci ad alto dividendo con i nuovi arrivati, e così via negli anni successivi 11. E dove ci sono i cani ci sono anche i gatti, quanto meno nello slang borsistico americano in cui cats and dogs sono azioni speculative con una storia sospetta alle spalle in termini di vendite, utili o dividendi. Tra l’altro, la fat tail, letteralmente ‘coda grossa’ anche se in gergo prevale l’espressione ‘coda spessa’, che ritroviamo sui quotidiani finanziari, non si riferisce a un cucciolo di cane in sovrappeso, né al chirogaleo medio o dalla coda grossa (un lemure), bensì a eventi estremi che pesano sulla volatilità e devono pertanto essere inclusi nella valutazione del rischio.

Dagli animali che popolano la terra passiamo ora ai cieli, con i black swan events, i ‘cigni neri’ descritti da Nassim Nicholas Taleb nella sua opera del 2007, The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable 12. Il cigno nero passa così dai balletti alla finanza per rappresentare un evento altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali. Primo: è isolato e imprevedibile. Secondo: ha un impatto enorme. Terzo: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà 13. In effetti, secondo l’autore, questi cigni neri sono più frequenti di quanto non si voglia ammettere, e sono alla radice di molti sconvolgimenti della nostra storia e della nostra società. Spiegano inoltre “molti fenomeni, comprese le crisi finanziarie come quella dei mutui subprime” 14.

Creature alate sono anche gli hawks and doves, i falchi e le colombe che popolano il Comitato esecutivo e il Consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea. In economia, l’aggettivo hawkish, letteralmente ‘da falco’, indica un atteggiamento favorevole al rialzo dei tassi di interesse, ponendo maggiore enfasi sui pericoli di una possibile inflazione rispetto all’attenzione rivolta alle necessità di crescita economica. Per contro, l’aggettivo dovish, letteralmente ‘da colomba’, caratterizza un atteggiamento più accomodante in termini di politica monetaria. Tra parentesi, va ricordato che vista l’estrema ricchezza di significato racchiusa nel termine hawkish, traducibile solo facendo ricorso a una lunga perifrasi, il termine è ormai entrato a pieno diritto nella fraseologia settoriale, soprattutto in ambito bancario (ad esempio Abax Bank parla di “deriva hawkish”, Unicredit di “atteggiamento più hawkish”, mentre Banca Aletti, nella sua newsletter finanziaria giornaliera a cura dell’ufficio Analisi Macroeconomica, nel numero del 7 giugno 2007, scrive ripetutamente “le esternazioni del presidente della BCE Trichet sono risultate relativamente meno hawkish”).

Volano anche le killer bees, letteralmente ‘api assassine’, che nel gergo delle fusioni e acquisizioni simboleggiano coloro che aiutano una società a contrastare un tentativo di scalata ostile 15. Proprio nell’ambito delle operazioni societarie ritroviamo altri animali, ma questa volta dobbiamo spostarci nel mare con la lobster trap, letteralmente ‘trappola per aragoste’, ossia una strategia utilizzata dalla società bersaglio per impedire ancora una volta una scalata ostile, rendendo impossibile la conversione in azioni recanti diritto di voto per chiunque detenga oltre il 10% della totalità dei titoli convertibili emessi dalla stessa 16.

Sempre in acqua, vive uno degli animali simbolo degli operatori di borsa, il (corporate) shark, lo squalo che domina l’immaginario collettivo, anche grazie alla magistrale interpretazione che ci ha regalato Michael Douglas con il suo Gordon Gekko in un film del lontano 1987 17. Un personaggio tanto famoso da aver spinto persino la prestigiosa rivista Forbes a dedicargli una pagina e di cui si attende con impazienza il ritorno sugli schermi cinematografici (“Gordon Gekko, Michael Douglas’s iconic shark, is back” scrivono, infatti, i giornali statunitensi).

Gli squali vengono spesso avvistati, talvolta troppo tardi, nell’ambito di grandi scalate ostili e proprio per evitare che le loro manovre passino inosservate o, peggio, siano scoperte quando ormai non vi è più nulla da fare; per opporvisi sono nati gli shark watchers, i cosiddetti ‘individuatori di squali’ 18, ossia società specializzate nell’individuazione di possibili scalate ostili, grazie al costante monitoraggio degli schemi e modelli delle attività di negoziazione dei titoli quotati per rilevare eventuali accumulazioni di titoli. E se bisogna difendersi da questi predatori marini, ecco che le società bersaglio possono tentare di usare lo shark repellent, un ‘repellente anti squali’ 19 che si configura come una serie complessa di operazioni poste in essere per salvaguardare la propria indipendenza. Tra queste, ricordiamo la fusione preventiva con altre società, la modifica dello statuto per incrementare i costi di acquisizione e scoraggiare pertanto gli scalatori ostili o l’inserimento di clausole che si attivano solo in presenza di un’offerta di acquisto per renderla meno appetibile agli occhi degli azionisti.

Interessante notare come sia ancora lo squalo l’animale scelto per simboleggiare l’usuraio, nell’espressione loan shark (anche loan sharking business), mentre in italiano si sono attestate espressioni gergali altrettanto colorite, quali ‘strozzino’ e ‘cravattaio’, che forse ancora meglio rimandano, anche visivamente, all’effetto dell’usura su chi ne è colpito.

Ultima bestia di cui ci occuperemo è l’alligator, dell’alligator indicator o alligator system, ossia l’‘indicatore alligator’, come è stato definito in italiano nell’ambito dell’analisi tecnica per le tendenze monetarie di Bill Williams 20. Si tratta in sostanza di un insieme di tre medie mobili rappresentate in colori diversi e che indicano ciascuna una parte dell’alligatore (mascella, denti e labbra) e nel loro insieme la condizione dell’animale, che può dormire o mangiare.

Nel campo delle opzioni, si incontra l’alligator spread, tradotto da alcuni siti come ‘differenziale da alligatore’ o anche ‘contratto coccodrillo’, che si ha quando un operatore costruisce un sistema di opzioni tanto onerose da impedire al cliente di trarne un guadagno, anche laddove la scommessa che ne costituisce la base risultasse vincente. Nel campo della proprietà immobiliare, qualora i costi che gravano su un immobile, quali spese per manutenzione, rate del mutuo, assicurazioni, imposte sulla proprietà e simili, annullassero di fatto il reddito derivante dall’immobile stesso, si avrebbe una alligator property, espressione che non trova traduzione immediata in lingua italiana.

 

Termina qui questa visita allo zoo della finanza e chissà che il nostro prossimo viaggio nel linguaggio di Wall Street non ci conduca nel mondo delle fiabe e dei fumetti…

 

 

Sitografia

http://www.borsainside.com

http://www.borsaoperativa.com/produzione/glossario

http://www.investopedia.com

http://www.italianforextrading.net

http://www.mondoforex.com

http://www.performancetrading.it/Glossario/

http://www.all-wall-street.com/01-sez.didattica/0000-glossario/0-dizionario-di borsa/default.html

 

 
     
 
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1  Per una interessante nota storica e disamina sulle caratteristiche dei mercati toro e orso, si veda http://www.investopedia.com/articles/basics/03/100303.asp.

2  http://it.wikipedia.org/wiki/Mercato_rialzista_e_mercato_ribassista.

3  Per la definizione della clausola bull and bear si veda, ad esempio, http://www.performancetrading.it/Glossario/Ti.htm o http://www.bppsviluppo.it/glossario/.

4  Per la spiegazione degli effetti delle due trappole si veda, ad esempio, http://www.santeleone.com/src/glossario/.

5  http://www.investimentimobiliari.com/investimenti/strategieopzioni/

6  Girino Emilio, Dizionario di finanza. Tecniche, strumenti, operatori, Ipsoa 2005.

7  http://www.borsaoperativa.com/produzione/glossario/.

8  http://www.giucat.it/glossario2p.htm.

9  Analisi dell’etimologia dell’espressione white elephant in http://www.etymonline.com/index.php?term=white+elephant o http://www.goodwords.com/sayings/meanings.html.

10  http://www.investopedia.com/terms/d/deermarket.asp.

11  Una presentazione dettagliata di questa strategia è riportata in http://www.borsainside.com/statistiche/20060114_the_dogs_strategia_articolo.shtm# o http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/29/le-azioni-da-cani.html.

12  Tabel Nissim N., The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable, Random House Value Publis, 2007; in traduzione Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Il Saggiatore, 2007.

13  A Black swan is a highly improbable event with three fundamental characteristics. First: it is isolated and unpredictable. Second: it has a massive impact. Third: our nature induces us to find justifications afterwards for its appearance, in order to make it a less casual event than it actually is”.

14  Citazione da un’intervista di Maria Teresa Cometto a Tabel Nissim apparsa sulle pagine di CorrierEconomia.

15  Per un assaggio del gergo inglese legato a fusioni e acquisizioni si rimanda a http://www.investopedia.com/articles/01/050901.asp.

16  http://www.absoluteastronomy.com/topics/Takeover

17  Wall Street, 1987, film diretto da Oliver Stone che racconta le vicende di un giovane e anonimo broker (Bud Fox – interpretato da Charlie Sheen), pronto a tutto per raggiungere la gloria, e del suo incontro con il grande Gordon Gekko, cinico e spietato squalo del New York Stock Exchange che non si ferma davanti a nulla per raggiungere i propri obiettivi.

18  http://www.borsaflash.it/educational/dizionario_inglese_italiano_investimenti_s.htm.

19  Vedi nota 18.

20  Per una disamina del funzionamento dell’indicatore si rimanda a: http://www.italianforextrading.net/2009_04_01_archive.html o http://www.mondoforex.com/indicatore-alligator.html.

 
     
 
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