Il sovrappeso e l’obesità sono oramai considerate
patologie di carattere epidemico e per sottolinearne il grado di diffusione
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine globesity, un blend tra
global e obesity [1].
L’‘obesità globale’ affligge non solo i Paesi
sviluppati, ma anche quelli in via di sviluppo. Spesso tale piaga deve essere
combattuta negli stessi territori dove da anni si lotta contro malnutrizione e
denutrizione. L’illogica “convivenza” di due problematiche agli antipodi
costringe tali Paesi ad affrontare quello che è stato definito double burden [2], ovvero ‘doppio onere’. A
livello di assistenza e strategie di prevenzione, ma anche e soprattutto per
quel che concerne i costi sanitari che ne conseguono, tali Paesi combattono su
due fronti: nutrire gli ancora numerosi affamati e, prevalentemente nelle aree
urbane, cercare di limitare il crescente numero di soggetti in sovrappeso.
Un ulteriore aspetto preoccupante è che sovrappeso e
obesità colpiscono non solo la popolazione adulta, ma sono in allarmante aumento
tra adolescenti [3] e bambini [4].
Recentissime stime confermano che in Italia un bambino su tre è obeso [5] e questo
non costituisce solamente un fattore di rischio che favorirà quasi certamente
l’insorgenza di numerose patologie croniche gravi, ma anche un elemento che
porterà la spesa sanitaria ai limiti della sostenibilità [6].
Alcuni studi condotti in Italia stimano che entro il
2015 i soggetti obesi potrebbero aggirarsi attorno ai 20 milioni, rappresentando
più del 20% della spesa pubblica [7]. Per correre ai ripari, lo scorso
ottobre il governo della Danimarca ha introdotto la cosiddetta fat tax [8]
sul junk food, ovvero una tassa su cibi e bevande ricchi di grassi saturi
e di zuccheri considerati i principali responsabili della globesity. Il
nostro Paese, ma anche gli Stati Uniti, che detengono il triste primato per
numero di persone obese o in sovrappeso, l’Inghilterra [9], la
Germania, la Spagna e la Francia hanno avanzato la stessa proposta sollevando,
come prevedibile, moltissime polemiche e proteste.
Nell’ambito dei Giochi Olimpici che si sono
disputati a Londra, molte associazioni che sostengono programmi anti-obesità e
anche numerosi nutrizionisti hanno obiettato sul fatto che gli sponsor
principali di un evento sportivo di tale portata, che dovrebbe essere un inno
alla salute e alla forma fisica, fossero proprio McDonald’s [10] e
Coca-Cola. Le critiche sono state e continuano a essere numerose [11], ma è
anche vero che questi colossi industriali hanno dato vita a varie iniziative per
promuovere il ‘mangiar sano’.
L’European
Association for the Study of Diabetes
(EASD) [12] ha
definito l’obesità
«il più importante problema di salute
pubblica in tutto il mondo» [13]. Il fenomeno è
particolarmente preoccupante, poiché coinvolge un numero sempre maggiore di
bambini. Un bambino in sovrappeso o addirittura obeso ha altissime probabilità
di sviluppare malattie cardiovascolari, del sistema scheletrico, il diabete [14] e alcuni
tipi di cancro come ad esempio quello del colon o del seno.
Sovrappeso e obesità sono patologie facilmente
prevenibili e la loro diffusione è da imputare principalmente a errate abitudini
alimentari e a uno stile di vita sedentario. L’insieme di questi fattori
costituisce il cosiddetto obesogenic environment [15], definito come
«an environment causing obesity» [16]. Il termine obese unito al suffisso -genic, che afferisce al ‘generare’, al
‘creare’, descrive proprio quell’ambiente che favorisce l’aumento di peso
dell’individuo [17]. L’ambiente obesogenico [18], [19] è
quello in cui mancano spazi verdi, opportunità di praticare attività fisica,
dove tutto ruota attorno alla sedentarietà, alla “legge del telecomando” [20] e dove
non vengono applicate corrette abitudini alimentari. Per eliminare o almeno
provare a trasformare il built environment [21], cioè edifici, strutture, sistema
di trasporto, in un leptogenic environment, ovvero quell’ambiente
«inducing a reduction in weight» [22], le città dovrebbero investire in strutture quali
piste ciclabili, aree per praticare jogging, parchi e aree attrezzate
atte a favorire la pratica dell’attività fisica [23],
trasformandosi così nelle cosiddette slim city come la città di Oslo, in
Norvegia.
Oslo è stata definita la città in cui maggiormente
l’ambiente incoraggia a mettere in pratica abitudini di vita sane con un
conseguente benessere psico-fisico dell’individuo [24].
Oltre al built environment, vi sono altri elementi che influiscono sull’obesità quali il food environment,
ovvero il tipo di cibo disponibile e il relativo costo e, ovviamente, le nuove
tecnologie. La presenza di numerosi elettrodomestici e di sofisticati
dispositivi è, infatti, in grado di modificare il modo in cui le persone
svolgono determinate mansioni riducendo, in molti casi, il dispendio energetico.
I fattori sopra descritti rivestono certamente una
grande importanza, ma non si deve dimenticare che all’origine del sovrappeso e
dell’obesità, seppur in percentuale notevolmente ridotta, vi sono anche cause di
tipo organico, ad esempio fattori ereditari, ipotiroidismo, ecc., e proprio per
questi soggetti la lotta all’obesità diventa una sfida davvero difficile.
Dal punto di vista strettamente morfologico,
l’obesità può essere suddivisa in due categorie che il medico marsigliese Jean
Vague ha denominato biotipi costituzionali o morfotipi. Possiamo quindi
distinguere tra Upper Body Segment Obesity [25]
(UBSO) [26]
o android obesity detta anche obesità
androide, viscerale, tronculare o “a mela”, ove il tessuto adiposo è distribuito
principalmente nella regione toracica, addominale e dorsale, e Lower Body
Segment Obesity [27]
(LBSO) [28] o
gynoid obesity,
definita anche obesità periferica, sottocutanea o “a pera”, ove il
tessuto adiposo si concentra principalmente nella parte inferiore dell’addome,
sui glutei e sugli arti inferiori.
Quando è corretto parlare di obesità e non
semplicemente di sovrappeso?
Overweight
e obesity sono termini che indicano condizioni differenti e specifiche, e
non dovrebbero essere usati indifferentemente. Il parametro che consente di fare
una distinzione è il Body Mass Index ovvero l’‛Indice di Massa Corporea’.
Si tratta di un dato biometrico largamente utilizzato, ma che non tiene però
conto della massa muscolare, del tipo di corporatura, del sesso e del gruppo
etnico di appartenenza dell’individuo [29], e per
questo molti nutrizionisti ed esperti lo considerano un parametro non sempre
attendibile.
Rientrano nella categoria degli individui in
sovrappeso i soggetti con un Indice di Massa Corporea compreso tra i 25 e i 20,
mentre coloro che presentano valori superiori a 30 rientrano decisamente nella
categoria degli obesi [30].
Gli individui
con Indice di Massa Corporea superiore a 40 sono affetti da
severe
o morbid
obesity,
«an excess of body fat, or
weight of 100 pounds over ideal body weight, that increases the risk of
developing cardiac and endocrine disturbances, including coronary artery disease
and diabetes mellitus, as well as some kinds of cancer» [31].
Morbid obesity
rappresenta una condizione patologica grave [32] e per
questi pazienti, per i quali le diete risultano oramai inefficaci e praticare
attività fisica è impossibile, proprio a causa dell’eccesso di peso, viene presa
in considerazione la bariatric surgery [33] o weight loss surgery di
cui parlerò diffusamente nelle prossime pubblicazioni. Si tratta di un
treatment of last resort ovvero un ‘trattamento estremo’ a cui
sottoporre quei pazienti la cui vita è messa in pericolo dall’obesità.
Per la misurazione di sovrappeso e obesità sono
state messe a punto tecniche nuove e non invasive. Tra queste si annovera la
tecnica nota come Waist to Hip Ratio (WHR) [34] che
consiste nella misurazione del rapporto tra girovita e fianchi fornendo
un’indicazione abbastanza accurata della distribuzione della massa adiposa. Se
il rapporto girovita-fianchi è superiore al valore di 0.95 per gli uomini e 0.8
per le donne, vi è il concreto rischio di sviluppare serie patologie.
Largamente utilizzato anche il metodo denominato
Skin Fold Thickness [35],
‘plicometria’ o ’analisi plicometrica’, consistente nella misurazione del
pannicolo adiposo mediante l’uso di un calibro meccanico a pinza chiamato
appunto plicometro. L’adipose skinfold,
ovvero ‘plica adiposa’, deve essere misurata in punti particolari del corpo
quali la zona ascellare, sottoscapolare, addominale, sul tricipite, bicipite,
nell’area sovrailiaca e sul polpaccio, tenendo lo strumento correttamente
orientato.
Assieme a metodi ormai collaudati quali la
tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, per misurare la plica
adiposa è oggi ampiamente utilizzata la bioelectrical impedance analysis
(BIA) [36], ossia
la ‘bioimpedenziometria’ [37]. Si
tratta di un esame di tipo bioelettrico e non invasivo che misura la resistenza
al passaggio di un segnale elettrico e che consente di definire con precisione
il quantitativo di fat mass (FM), ‘massa grassa’, fat free mass (FFM), ‘massa magra’, extracellular
water (ECW), ‘acqua extracellulare’ e intracellular water (ICW),
‘acqua intracellulare’ [38].
L’interesse per l’obesità e il sovrappeso ferve, le
case farmaceutiche immettono continuamente sul mercato nuovi farmaci e presto
sarà presentato un vaccino che sta dando risultati incoraggianti sui topi [39].
Obesity is reshaping the world [40] e questo
è fenomeno preoccupante: le più importanti case automobilistiche [41] stanno
progettando prototipi per obesi. Le compagnie aeree, i teatri, gli ospedali, le
ambulanze, gli stadi e addirittura i forni crematori stanno ipotizzando
larger sizes per andare incontro alle esigenze dei soggetti obesi [42].
Ovviamente i soggetti obesi o in sovrappeso devono essere tutelati, supportati e
non discriminati, ma è davvero questa la strada giusta da perseguire? Creare un
mondo oversize non sarà, come alcuni ipotizzano, solo un modo per
incrementare l’obesity business? [43]
Dizionari cartacei
Il Gould Chiampo, Zanichelli/McGraw-Hill, 1988.
Illustrated
Medical Dictionary, The British Medical Association, 2008.
Il Ragazzini 2011, Zanichelli.
Dizionari online
http://www.macmillandictionary.com/
http://medical-dictionary.thefreedictionary.com/
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Sitografia
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http://whqlibdoc.who.int/
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http://wordspy.com/words/globesity.asp
http://www.worldwidewords.org/
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